Troppe proteine fanno male ai reni? | La Linea del Cibo

Febbraio 6, 2020by Nunzia Tortorella0
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E’ un luogo comune che un’alimentazione ricca di proteine possa compromettere la funzionalità renale.

Di fatto consultando la letteratura scientifica non esiste evidenza che in persone sane e sportive diete iperproteiche siano nocive per la salute del rene.

L’origine di questa congettura risale agli anni ’80, quando il nefrologo statunitense Barry M Brenner ipotizzò che l’eccessiva produzione di urea, associata ad un elevato consumo di proteine, sovraccaricasse i glomeruli causando danni e disfunzioni al rene.

Ciò che in molti non hanno preso in considerazione è che lo studio del dottor Brenner si basava su animali o soggetti che già presentavano nefropatie.

Pertanto questi risultati non possono essere estesi alla popolazione sana.

Il rene malato effettivamente può non riuscire ad eseguire al meglio i processi di escrezione a fronte di introiti proteici elevati, ma l’organo sano è perfettamente in grado di gestire elevate quantità di urea.

Ciò che è stato osservato in studi condotti su soggetti sportivi sottoposti a regimi dietetici iperproteici è che l’aumentata assunzione di proteine determinasse adattamenti morfologici e funzionali del rene, senza provocare effetti avversi.

Semplicemente perché svolgendo attività fisica intensa le proteine vengono destinate al mantenimento ed alla crescita della massa magra. Inoltre viene stimolata la vitalità e il trofismo delle cellule renali, che così possono smaltire adeguatamente il maggior carico di lavoro.

Secondo le linee guida del International Society of Sport Nutrition l’intake di proteine in soggetti sportivi può spingersi anche oltre i 3 g di proteine per kg di peso corporeo al dì, ossia il triplo dei valori di riferimento suggeriti dai LARN (livelli di assunzione giornalieri di riferimento di nutrienti ed energia). Ciò al fine di massimizzare la preservazione di massa magra in atleti che eseguono allenamenti contro resistenza, durante periodi di dieta ipocalorica.

Queste linee guida aggiungono inoltre che deve essere assicurata un’alta percentuale di aminoacidi essenziali, essendo quest’ultimi i principali stimolatori dell’aumento di massa magra (ricordiamoci che Il fabbisogno di azoto è coperto per il 75 % da 5 aminoacidi essenziali che sono: leucina, isoleucina, valina treonina e lisina).

Pertanto la supplementazione di proteine e di aminoacidi essenziali può rappresentare un vantaggio per il soggetto sportivo, che può in questo modo soddisfare l’aumentato fabbisogno con prodotti mirati per le proprie esigenze.

Recentemente anche la Società Italiana di Nefrologia ha definito alcuni punti essenziali riguardanti l’approccio nutrizionale al paziente con insufficienza renale cronica avanzata, spazzando via i vecchi preconcetti. proponendo gli amminoacidi essenziali come un’integrazione obbligata nella dieta povera di proteine nei pazienti con CKD (malattia cronica renale).

Gli integratori di aminoacidi essenziali infatti sono il modo migliore per fornire quel che serve al nostro organismo senza scorie.

In conclusione un individuo sano non corre alcun rischio nell’utilizzare integratori di proteine ed aminoacidi. L’importante è farlo tenendo conto delle esigenze soggettive ed affidandosi per i programmi dietetici ai professionisti del settore.

by Nunzia Tortorella

Dott.ssa Nunzia Tortorella - Biologo Nutrizionista. La mia missione è di aiutarti a vivere una vita più sana, piena di energia e di vitalità. Attraverso l’approccio scientifico ti fornirò gli strumenti per migliorare il tuo benessere generale, con l’ausilio di un’alimentazione equilibrata, naturale ed allo stesso tempo gratificante. Amo il mio lavoro e sarò felice di affiancarti nel tuo percorso di salute e benessere.


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